Projet spécial de la Fondation MACC _ Museo d’Arte Contemporanea Calasetta, en Sardaigne
Le dispositif de création conçu par Massimiliano Marraffa lors de sa résidence à Calasetta , a fait participer les familles de la ville. Lors de son arrivée à Calasetta , l’artiste a organisé dans le Musée une rencontre avec les habitants, afin de montrer son travail et leur faire cette proposition: en échange d’une invitation à dîner, l’artiste propose de laver la vaisselle. Ce rencontres, ces sont des occasions pour recueillir (par le biais de la photographie) une grande quantité de matériel, autant de fragments de la réalité.
Ce sont ces fragments témoins de cet échange qui deviendront eux-même l’objet d’une recherche esthétique et formelle. La farine pour préparer les Cassulli (pâtes traditionnelles) ou la semoule du Cus Cus, ainsi que les assiettes submergées de bulles de savon dans l’évier, où flotte une feuille d’artichaut, témoignent d’actions passées ou en devenir; ces fragments portent en eux une dimension temporelle incertaine, la temporalité de l’instant, celle du moment de la prise de vue, se dilue dans un espace temps qui se prolonge, qui crée la condition d’existence de l’œuvre en devenir, laissant le spectateur la liberté de choisir.
Trente-six images composent le diaporama de Geografie del Quotidiano, projeté au sein du Musée pour clore la résidence, trente six images dans lesquelles la réalité est transfigurée : les images des bulles de savon évoquent l’écume de la mer, le quotidien se transforme en paysages.
Dans un deuxième temps aura lieu une campagne d’affichage publique ( prévue début mai 2013), les œuvres couvriront les murs de Calasetta , les “miettes” envahiront l’espace publique, comme une ponctuation obsessionnelle, créant un effet de surprise chez les habitants qui découvriront que les murs de leurs maisons sont devenus espaces d’exposition à explorer, partager, admirer.
Il dispositivo artistico partecipativo si è svolto durante un mese di residenza, ha coinvolto le famiglie di Calasetta e dei paesi limitrofi. Tante persone mi hanno invitato a pranzo o cena.
Incontri ricchi dal punto di vista umano.
Questi incontri, veri e propri spazi di condivisione, mi hanno permesso di “raccogliere”, con la macchina fotografica, una gran quantità di materiale: dei frammenti di realtà, che grazie a questo processo creativo son diventate opere d’arte da esporre.
questo il proposito dell’istituzione il Museo di Arte Contemporanea di Calasetta:
« La Fondazione MACC con Geografie del Quotidiano ha varcato la soglia delle abitazioni private di Calasetta per aprire le porte a una nuova forma di museologia partecipata.
Questo incontro ravvicinato, al di fuori dello spazio museale, ha reso possibile una forma artistica in cui l’intersoggettività e la partecipazione rappresentano un’elaborazione collettiva del fare artistico. In questo modo l’opera, nel senso di mero oggetto da esporre, prende forma grazie ad un dispositivo di creazione condiviso che coinvolge la dimensione privata e pubblica del vivere, sia dalla fase di creazione fino all’esposizione. »
Museologia partecipata ?
Questi “frammenti”ovvero cio’ che resta degli incontri, sono l’oggetto di una ricerca estetica e formale. La farina per preparare i Cassulli (pasta tradizionale tabarkina) o la semola del Cus Cus, cosi come i piatti sommersi di bolle di sapone nel lavabo, testimoniano azioni consumate o in attesa di essere completate, sono frammenti che ci portano in una dimensione spazio temporale incerta, poiché la temporalità dell’istante, quello dello scatto fotografico, si dilegua in uno spazio tempo che dura, che crea la condizione di esistenza dell’opera in nuce, confidando allo spettatore la possibilità di scegliere.
Fondazione MACC _ Museo d’Arte Contemporanea Calasetta
Il 20 marzo un diaporama di trentasei immagini é stato proiettato nella sala ovale del Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta, trentasei immagini in cui la realtà è trasfigurata: l’immagine delle bolle di sapone per lavare i piatti evoca la schiuma del mare in tempesta, l’immagine del fondo di una botte di vino fa eco ad una veduta notturna attraverso lenti ai raggi infrarossi. I frammenti assumendo fino in fondo la funzione/finzione paesaggistica e anzi creando un paesaggio nuovo, proprio in virtù del fatto che la materia di partenza ( le briciole) è materia sensibile e povera; questa diventa un nuovo paesaggio.
spazio pubblico/galleria
Con Geografie del Quotidiano l’artista ha provato a tracciare un percorso attraverso gli spazi privati e pubblici passando per il museo come luogo di consacrazione dell’opera d’arte.
Una selezione di quattro immagini del formato 60×80 sono state esposte il 16 aprile 2013 nella Galleria a cielo aperto Mangiabarche
affissione pubblica/privata
é possibile invadere lo spazio pubblico ?
i muri di una città possono essere uno spazio di esposizione?
questa é la domanda che mi pongo per trovare una risposta non vedo altra soluzione che provare
è mio intento invitare gli abitanti, gli studenti del liceo artistico di Sant’antioco, tutti coloro che hanno partecipato al dispositivo, invitandomi a pranzo e a cena a provare ad invadere lo spazio pubblico :
Propongo quindi di passare un pomeriggio a dialogare con questi muri e le persone che i muri li posseggono li abitano e/o li utilizzano, fare un esperienza di condivisione di idee, interrogare i regolamenti e coloro che li applicano, il risultato sarà incerto, l’affissione sarà fatta oppure no, le immagini saranno incollate o posate per qualche minuto giusto il tempo per fissare la loro presenza con un istantanea e poi partire altrove …
a chi appartiene lo spazio pubblico ?
Vogliamo mettere alla prova una nuova forma di museologia partecipata ?